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DICEMBRE 2020: IL PIEMONTE SBAGLIA COMPLETAMENTE I DATI DEI TAMPONI COVID19

Blog, Cosa Penso, In Regione In Evidenza

Fra il 18 e il 19 dicembre 2020 la Regione Piemonte ha fortemente modificato i suoi dati sulla pandemia da Covid19. Perché? Dov’è stato l’errore?

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21 Dicembre 2020/0 Commenti/da Ludovica

Come richiedere la sospensione mutui prima casa prevista dal DL Cura Italia

Cosa Penso

Tratto dal sito CGIL Reggio Emilia, articolo originale QUI

CHI PUO’ RICHIEDERE LA SOSPENSIONE DELLE RATE?

  • Dipendenti con una riduzione di orario lavorativo collegata all’emergenza Covid19
  • Lavoratori autonomi
  • Liberi professionisti

IN QUALI SITUAZIONI LAVORATIVE?

  • Dipendenti con sospensione del lavoro per almeno 30 giorni lavorativi consecutivi o riduzione dell’orario di lavoro pari ad almeno il 20% per almeno 30 giorni consecutivi
  • Lavoratori autonomi o liberi professionisti che nel trimestre successivo al 21 Febbraio 2020 hanno avuto un calo del fatturato medio giornaliero superiore al 30%

PER QUALE TIPO DI MUTUO?

  • Si può chiedere la sospensione rate SOLO per il mutuo prima casa
  • La sospensione rate può variare da 6 mesi al 18 mesi a seconda dei giorni di sospensione/riduzione dal lavoro
  • Solo per mutui con importo NON superiore a 250mila euro
  • Mutui in ammortamento da almeno un anno (alla presentazione della domanda)

DI QUALE DOCUMENTAZIONE HO BISOGNO?

  • I lavoratori dipendenti dovranno farsi rilasciare dall’azienda CERTIFICAZIONE che attesti i giorni lavorativi di sospensione/riduzione. Esistono 3 tipo diversi di certificazione. Gli autonomi e i liberi professionisti dovranno auto certificare il calo di fatturato.
  • Lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti dovranno compilare un modulo predisposto da CONSAP
  • Tutta la documentazione andrà consegnata in banca e sarà la filiale ad avviare la procedura

ATTENZIONE: Per 9 mesi a partire dalla pubblicazione del DL Cura Italia (17/03/2020) non sarà necessario presentare Isee

2 Aprile 2020/0 Commenti/da Ludovica

Lottare contro le mutilazioni genitali femminili

Cosa Penso

La pratica delle mutilazioni genitali femminili ci lascia, come occidentali, ammutoliti, turbati e percorsi da un forte senso di impotenza. Quest’insieme di pratiche antiche e radicate in paesi che ci appaiono così lontani da noi, non solo geograficamente ma soprattutto culturalmente, è per noi molto difficile da comprendere e ovviamente anche da combattere.

Lo sforzo che però dobbiamo fare, per capire le conseguenze di questo fenomeno senza basarci unicamente su numeri e diffusione geografica (che sono importanti ma non sufficienti alla comprensione del fenomeno), è provare a calarci il più possibile in queste realtà.

Nascere in un piccolo villaggio nel Corno d’Africa, in Gibuti, in Somalia o in Eritrea; nascere in una famiglia molto tradizionale in Egitto o in Guinea; nascere in sobborghi o quartieri di città più o meno grandi in India, Indonesia, Iraq, Pakistan, o Yemen, può essere per una bambina una vera condanna. È fin dalla più tenera età che sul corpo delle donne, molte società e molti paesi nel mondo, provano ad esercitare un violento potere di controllo, di censura e di limitazione. Parlando di mutilazioni genitali femminili affrontiamo la parte più inaccettabile, violenta e preoccupante di un fenomeno che però ha sempre percorso le società umane, anche nel nostro civilissimo occidente.

Per questo è necessario calarsi il più possibile in queste realtà dove la pratica è diffusa per comprendere che non ci saranno medici o infermieri che basteranno per salvare quelle bambine da uno sguardo maschile che le riterrà sempre un oggetto di cui disporre, un soggetto da controllare, se non addirittura un corpo da purificare.

Per questo io ritengo fondamentale affiancare all’intervento medico, di controllo sanitario, anche un intervento di sensibilizzazione interno a queste comunità dove, facendosi affiancare da figure locali riconosciute (sia istituzionali, come membri dei governi, sia più popolari, come attori, cantanti, o nelle realtà più piccole punti di riferimento dei villaggi), ci si impegni concretamente a diffondere messaggi di accettazione, rispetto e inclusione della donna. Innanzitutto fra gli uomini e fra coloro che in ognuna di queste realtà detengono il potere decisionale e politico.

È dal tema del riconoscimento dell’autonomia della donna che passa ogni lotta alla violenza e alle discriminazioni, sia in occidente, sia nel resto del mondo. Ed è per questo che la politica deve lavorare, fornendo strumenti per l’emergenza sanitaria, senza però mai dimenticare di occuparsi anche dell’emergenza sociale.

Badate bene, non intendo affatto avallare operazioni di colonizzazione ideologica di società con valori e credenze religiose molto diversi dai nostri. Sono io stesso un credente e posso comprendere quanto la fede sia un potente veicolo valoriale. Tuttavia le sacre scritture, così come le religioni animiste, forniscono una pluralità di messaggi, ed è anche all’interno di questi che si possono trovare validi alleati per dimostrare l’importanza del rispetto per la donna come altra, partitaria, autonoma, parte del mondo.

Mettiamoci la faccia tutti insieme su questa battaglia, costruiamo un cordone mondiale di uomini che dicono NO ad ogni forma di violenza sul corpo della donna e sulla sua libertà, tenendo sempre bene a mente che libertà significa poter scegliere fra tutte le opzioni, non poter scegliere fra le opzioni che qualcun altro ha scelto per te.

6 Febbraio 2020/0 Commenti/da Ludovica

Smentiti i negazionisti: cambiamenti climatici senza paragoni in almeno 2.000 anni (via Repubblica.it)

Cosa Penso

di MATTEO MARINI per Repubblica, 25/07/2019
(Articolo originale QUI)

Non c’è mai stato un periodo della storia, da 2.000 anni a questa parte, in cui il clima è cambiato così velocemente e in maniera così comprensiva su scala globale. Cade così uno dei pilastri sui quali si fondano alcune delle teorie di chi nega la responsabilità dell’uomo del global warming e della crisi climatica.

Uno degli argomenti più citati dagli scettici spiegare i cambiamenti che il Pianeta sta attraversando negli ultimi decenni, era infatti questo: già in passato, anche nella storia recente, si sono avuti periodi con fluttuazioni delle temperature molto consistenti. I più celebri sono il riscaldamento durante il periodo dell’Impero romano (III-V secolo dopo Cristo), il Periodo caldo medievale (X-XIII secolo) e la Piccola era glaciale, spalmata dal XIV al XVI secolo. Quindi non sarebbe l’uomo a far bollire il Pianeta, ma sarebbe una fluttuazione ‘naturale’ perché si pensava (erroneamente) che questa altalena climatica abbracciasse tutto il globo. Quello che mancava era proprio un confronto tra le varie zone della Terra. Queste fluttuazioni sono registrate anche dagli storiografi, gli annali contengono dunque informazioni soprattutto di quelle regioni all’epoca più ‘civilizzate’, come l’Europa.

Il clima su tutta la Terra

Tre studi, pubblicati su Nature e Nature Geoscience da un team internazionale di ricercatori, hanno ricostruito l’andamento del clima degli ultimi due millenni analizzando anche gli ‘archivi’ che la Natura stessa ci ha lasciato in giro per il mondo. In particolare gli anelli degli alberi nelle foreste dell’emisfero settentrionale, in Nordamerica, Europa e Asia, che registrano con molta precisione le caratteristiche del clima ogni anno; i coralli delle barriere sparse tra l’oceano Indiano, il Pacifico e i Caraibi, il ghiaccio antico in Antartide, al Polo Nord e sui ghiacciai andini e in Himalaya; e i depositi di laghi e mari. Scoprendo che in tutti i casi citati, l’aumento o il crollo delle temperature non si erano verificate dappertutto. Anzi.

Secondo i ricercatori, ad esempio, la Piccola era glaciale aveva interessato il Pacifico nel XV secolo per chiudere nella tenaglia del gelo l’Europa solo nel XVII. Gli artisti ne furono affascinati, soprattutto nel Europa, ne troviamo testimonianza nei dipinti che raffigurarono fiumi e canali in Olanda e Inghilterra (celebre il Tamigi ghiacciato) usati come piste da pattinaggio. Uno dei paper individua nelle eruzioni vulcaniche nella fascia tropicale, la causa del crollo delle temperature nella prima parte del XIX secolo. Il periodo caldo medievale, invece, interessò appena il 40% del globo. Al contrario, il riscaldamento progressivo iniziato dopo la Rivoluzione industriale, attorno al 1850, sta interessando il 98% della Terra. Nessun fenomeno in epoca preindustriale è arrivato ad comprendere una porzione così grande del Pianeta.

Il ”bastone da hockey”

Uno dei grafici riportato dagli scienziati sintetizza molto bene il reale cambiamento. Viene definito hockey stick diagram, il diagramma a bastone da hockey, perché al termine di un periodo con fluttuazioni contenute, mostra un picco nell’innalzamento dei valori. Quello che stiamo sperimentando in questa epoca. La differenza è così evidente che è davvero difficile sostenere che sia qualcosa di naturale, soprattutto se associato a un fatto non sindacabile: da oltre un secolo e mezzo stiamo pompando in atmosfera gas serra in quantità che non si erano mai registrate da centinaia di migliaia di anni.

Di recente si è toccato il record di 415 parti per milione di CO2, e secondo i climatologi tagliare le emissioni potrebbe non bastare per evitare che la temperatura salga ancora, superando quei 1,5 gradi in più rispetto all’epoca preindustriale che è l’obiettivo dell’accordo di Parigi.

 

26 Luglio 2019/0 Commenti/da Ludovica

Proposta 4: DIRITTO ALLO SPORT, AMMODERNAMENTO, NUOVI IMPIANTI

Cosa Penso

La quarta proposta si chiama DIRITTO ALLO SPORT in quanto crediamo che questo sia un elemento essenziale nella vita di tutti i cittadini per garantire migliori livelli di benessere all’intera società.

Lo sport deve quindi essere accessibile a tutti, oltre ogni barriera fisica ed economica, come un vero e proprio diritto universale e non un privilegio riservato a pochi.

Per fare questo dobbiamo:

  • metterci al fianco dei Comuni per superare la logica dei Bandi,
  • supportare con fondi appositi Comuni e gestori nella manutenzione e nell’ammodernamento delle strutture sportive (soprattutto quelle che richiedono l’omologazione come i campi)
  • procedere con la realizzazione di nuovi impianti che sviluppino nuove vocazioni come quella del TURISMO SLOW.

Dobbiamo far sì che il sistema SPORTIVO piemontese possa essere alla portata di tutti: tanto delle famiglie quanto dei turisti.

Il turismo montano, ad esempio, è un asse fondamentale per lo sviluppo della nostra Regione.

Questo è testimoniato dai TANTI INVESTIMENTI REGIONALI che hanno interessato i Comuni del torinese:

  • Unione Montana Alpi Graie: “Miglioramento dell’offerta turistica invernale”, 1,4 mln €
  • Comune di Locana: “Impianto sciistico Alpe Cialma”, 1mln €
  • Comune di Valprato Soana: “Percorso Fun Bob comprensorio Ciavanassa e potenziamento impianti sportivi Piamprato”, 1 mln €
  • Comune di Ala di Stura: “Sostituzione Sciovia Karfen con Seggiovia biposto Pian Belfè – Punta Karfen”, 1 mln €
  • Comune di Sant’ambrogio: “Riqualificazione urbana degli accessi e dei parcheggi e realizzazione dei servizi igienici presso il piazzale della Sacra”, 500 mila  €
  • Città Metropolitana di Torino: “Messa in sicurezza della “Ridotta Carlo Alberto e della strada di accesso al Forte di Fenestrelle”.
  • Comuni di Lanzo, Ivrea e Avigliana, “apertura di uffici IAT”, 200 mila €.

SPORT E TURISMO sempre più indissolubili: dobbiamo continuare a lavorare su questo.

Realizzare nuove ciclovie, pulire e sistemare i nostri sentieri e vie storiche (come sta avvenendo con la valorizzazione delle VIA FRANCIGENA). 

E metterle in RETE. Collegare sentieri e ciclovie maggiori e minori per permettere ai piemontesi di usufruirne al meglio e anche ovviamente ai turisti.

Inoltre abbiamo investito 21 mln di fondi regionali per interventi su infrastrutture turistiche e comparto enogastronomico, tra cui la ciclovia di Canale Cavour, la ferrovia turistica Ceva-Ormea, il sistema dei belvederi di LangheRoero e Monferrato, la riqualificazione del piazzale della Sacra di San Michele a Sant’Ambrogio, il progetto per Museo diffuso del tartufo bianco d’Alba, la conversione dell’Ex borsa valori di Torino, il restauro e la valorizzazione del Forte di Vinadio.

Inoltre vorrei ricordare LA SETTIMANA DELLO SPORT

La settimana dello sport è un’iniziativa per promuovere nelle scuole gli sport invernali e le attività legate alla pratica sportiva e al benessere. Il periodo scelto è sempre quello a ridosso delle vacanze di Carnevale, in cui le scuole piemontesi, ogni anno, prevedono alcuni giorni di chiusura per concedere agli studenti una settimana da dedicare ad un ampio catalogo di attività sia all’interno delle scuole stesse, sia in montagna. Per quanto riguarda le attività interne alle scuole ad organizzare sono gli enti regionali di promozione sportiva; per quanto riguarda le attività in montagna invece l’ente organizzatore è l’Arpiet (Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione) che predispone apposite  giornate sulla neve pensate per gli istituti interessati. Per la Settimana dello sport la Regione ha stanziato circa 200.000 euro all’anno e le scuole che partecipano sono circa 180 in tutto il Piemonte.

Daniele Valle 

Candidato Consiglio Regionale del Piemonte 

24 Maggio 2019/0 Commenti/da andrea

PROPOSTA 3: UN ASSESSORE UNICO AL TURISMO

Cosa Penso

In questi anni, con il ruolo di Presidente della Commissione Cultura, ho collaborato tantissimo con l’Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, Antonella Parigi.

E’ stato svolto un lavoro incredibile, in realtà anche difficile da spiegare per la miriade di azioni e progetti che abbiamo portato avanti.

Sicuramente se c’è un settore regionale che i DATI premiano è il TURISMO. Il Piemonte è cresciuto incredibilmente e i riconoscimenti sono arrivati da tutti, compresi i grandi operatori del settore come ad esempio LONELY PLANET che consiglia per il 2019  il PIEMONTE COME LA META IMPERDIBILE.

IL TURISMO secondo me è un asse strategico fondamentale e per questo merita un ASSESSORATO DEDICATO che lavori a stretto contatto con la CULTURA, I TRASPORTI, IL COMMERCIO e che spinga sempre di più per mantenere il trend positivo e svilupparlo. 

  • Continuare ad UNIRE e VALORIZZARE le FILIERE enogastronomiche, storiche e culturali
  • Collegare sempre di più i punti di maggior interesse da TORINO, alle LANGHE, al MONFERRATO, alle MONTAGNE OLIMPICHE ai LAGHI
  • Far emergere i territori ad oggi più sconosciuti al grande pubblico continuando nella PROMOZIONE e nella FORMAZIONE
  • SVILUPPARE nuove VIE CICLABILI e metterle IN RETE per formare ITINERARI (in modo che diventino vere e proprie mete di turismo slow)
  • MANTENERE PULITI E FUNZIONALI i nostri bellissimi sentieri e vie STORICHE
  • COLLABORARE con i grandi e piccoli EVENTI culturali
  • PARTECIPARE a fiere di settore
  • AUMENTARE le collaborazioni e gli scambi internazionali

 

Il futuro del PIEMONTE è (anche) il TURISMO

Daniele Valle

 

 

 

23 Maggio 2019/0 Commenti/da andrea

PANE e FORMAZIONE: da 0 a 99 anni, sempre a fianco del cittadino piemontese

Cosa Penso

La Regione Piemonte in questi anni ha ottenuto grandi risultati e ha tracciato una linea da continuare a seguire.

Con i conti finalmente in ordine si può tornare ad investire.

Forse non tutti si ricordano il grave problema delle BORSE DI STUDIO UNIVERSITARIE di qualche anno fa. Oggi sono ripristinate e coperte al 100%.

Questa è una priorità da mantenere come è da prevedere calmierare gli affitti per un DIRITTO ALLA CASA anche per UNIVERSITARI e per STAGISTI che sovente non possono permettersi di procedere con l’autonomia dalla propria famiglia.  Leggi anche questa mia proposta a riguardo> http://www.danielevalle.it/al-centro-le-persone-domiciliarita-leggera-diritto-alla-casa-anche-per-universitari-e-stagisti-supporto-ai-nuovi-insediamenti-rurali/

Così come aver introdotto i VAUCHER SCUOLA senza anticipi da parte delle FAMIGLIE.

Ma non finisce qui: abbiamo lavorato a fianco di progettazioni DEDICATE AI PIU’ PICCOLI e alle loro FAMIGLIE (0-6) e serve una LEGGE dedicata per poter continuare a stare al passo con i sistemi internazionali più innovativi.

Lavorare per ammodernare e per spingere sempre di più il sistema FORMATIVO PROFESSIONALE: ad oggi gli ITS che garantiscono una formazione tecnica post diploma qualificata e di qualità permettono a oltre l’80% dei ragazzi di trovare LAVORO ENTRO UN ANNO. Avanti così.

Altra priorità’ di competenza regionale (e quindi si può fare): AUMENTARE I POSTI PER CONCORSO DI MEDICINA GENERALE. E’ una necessità.

Ovviamente non possiamo dimenticare la voglia di formazione di coloro che hanno raggiunto la pensione o la così detta TERZA ETA’: vogliamo una REGIONE PIEMONTE SEMPRE A FIANCO DEI CITTADINI e che offra SEMPRE PIU’ OPPORTUNITA’ FORMATIVE ai suoi cittadini.

 

Per il FUTURO del PIEMONTE. Grazie per il tuo appoggio.

Daniele Valle

 

 

 

23 Maggio 2019/0 Commenti/da andrea
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