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Articoli

IN ITALIA SE NASCI POVERO, RESTI POVERO

Cosa Penso

NEL NOSTRO PAESE L’ASCENSORE SOCIALE SI E’ BLOCCATO. DA NOI QUASI LA METÀ DEL REDDITO DEI FIGLI DIPENDE DA QUELLO DEI GENITORI -QUANTO A DISEGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA’ SUPERIAMO ANCHE REGNO UNITO E USA – NUMERI E CAUSE DI UN RAPPORTO PREOCCUPANTE.

 

06 settembre 2018, Roberta Carlini per espresso.repubblica.it (QUI L’ARTICOLO SU L’ESPRESSO)

 

Esiste un record negativo italiano che non è misurabile in debito pubblico, deficit, giovani Neet, evasione fiscale. Ma a guardarlo da vicino fa paura almeno quanto i primi. È l’immobilità sociale, o meglio: quanto della tua vita dipende dalla famiglia in cui sei nato.

Si può misurare in tanti modi ma, comunque la contiamo, l’Italia svetta in Europa, e di gran lunga. Lo rivelano i dati del più grande database sulla mobilità sociale nel mondo, costruito dalla Banca mondiale e illustrato nel rapporto “Fair Progress”. Tra i quali una buona parte viene dal progetto-partner, a guida italiana, di Equalchances.org: sul sito, creato dal Dipartimento di economia e finanza dell’università di Bari, ciascuno può divertirsi – diciamo così – a controllare, per il proprio e per gli altri Paesi, il funzionamento dell’ascensore sociale, scorrendo gli indici della diseguaglianza di opportunità, trasmissione del reddito e dello status tra generazioni, mobilità nell’istruzione.

mobilità sociale
MOBILITÀ SOCIALE

 

E una cosa è certa: qualcosa si è inceppato, servirebbe un ascensorista. Con particolare urgenza per l’Italia, dove quasi la metà del reddito dei figli è determinata dal livello di quello dei padri: condizione unica nell’Europa continentale, paragonabile solo a quella di Regno Unito e Stati Uniti, per i Paesi sviluppati. Ma, quanto a diseguaglianza delle opportunità, superiamo anche i regni di Brexit e Trump.

Di padre in figlio

«Ogni giorno nel mondo nascono 400 mila bambini. Nessuno di loro sceglie il genere, l’appartenenza etnica, il luogo in cui si è venuti al mondo. Né le condizioni economiche e sociali della famiglia. Il punto di partenza della vita è una lotteria».

Così la Banca mondiale introduce il suo rapporto, che punta a dare il primo set di numeri a copertura mondiale sulla mobilità tra generazioni. Espressione con la quale si intendono due cose:

  • quanto, nella media, il livello di vita e benessere di una generazione è migliorato rispetto a quella precedente;
  • quanto la posizione di ciascuna persona sulla scala economica dipende da quella dei suoi genitori.

Normalmente, le due cose vanno insieme: periodi di forte crescita economica fanno fare salti di benessere da una generazione all’altra e rendono anche più facile ai figli emanciparsi dallo status dei genitori. È quello che è successo nel mondo occidentale negli anni Cinquanta, e sta succedendo ora in paesi come Cina e India. Ma attenzione, dice la Banca mondiale: non è automatico che questo succeda, e infatti anche in molti paesi in via di sviluppo la mobilità sociale da genitori a figli oggi è bloccata.

E poi c’è il contrappasso, quando la crescita si ferma e la marea che portava avanti tutte le barchette si ritira. Come è successo in tutti i paesi sviluppati e con particolare evidenza in Italia. «Per un certo numero di anni la crescita ha consentito a tutti di migliorare le proprie posizioni, sono stati fatti molti passi avanti soprattutto nel rapporto tra titoli di studio», spiega Vito Peragine, professore di economia politica all’università di Bari e collaboratore del progetto della Banca mondiale. I cui numeri permettono anche di confrontare la mobilità tra generazioni di oggi con quella di ieri, e ci dicono che «negli ultimi venti anni, da quando si è fermata la pur debole crescita economica, si è evidenziato il blocco dell’ascensore sociale».

Anzi, a dirla tutta lo stop ha evidenziato che quell’ascensore non ha mai funzionato bene: per esempio, l’Italia è uno di quei paesi nei quali non c’è uno stretto rapporto tra i progressi nel settore dell’istruzione e quelli nel reddito.

In altre parole, il titolo di studio dei genitori è meno importante di prima nel definire quello che avranno i figli – l’operaio può bene avere il figlio dottore, si è avverato l’incubo della contessa di Paolo Pietrangeli – ma è anche poco rilevante nel determinarele opportunità relative di lavoro, reddito, benessere.

In effetti, se si vanno a guardare i numeri di equalchances.org, e si confronta la generazione nata nel ’40 con quella dell’80 – l’ultima di cui si abbiano dati completi – si vede che a scuola l’ascensore ha funzionato. L’indice che misura la mobilità tra generazioni nell’istruzione – più alto il numero, più bassa la mobilità – è sceso da 0,57 a 0,33. È successo lo stesso in Francia, Germania, persino nel Regno Unito, mentre lo stesso indice è sceso di pochissimo, da 0,34 a 0,32, negli Stati Uniti dell’istruzione privatizzata.

Eppure, questo buon andamento in Italia non ha migliorato sostanzialmente la mobilità tra generazioni nel reddito, e non ha ridotto le diseguaglianze di opportunità. L’indice che misura la mobilità intergenerazionale dei redditi è in Italia a quota 0,48, contro lo 0,35 della Francia e lo 0,23 della Germania. Vuol dire che da noi quasi la metà del reddito dei figli dipende da quello dei genitori. È il più alto d’Europa – vicino a quello inglese – e nel mondo sviluppato inferiore solo a quello degli Stati Uniti, paesi dai quali siamo tuttavia molto distanti nella struttura sociale ed economica.

Le diseguali opportunità

Da cosa dipende questa eccezione italiana in Europa? E perché il grande balzo in avanti nell’istruzione non ha avuto grandi effetti di reddito e benessere? La stessa Banca mondiale ci aiuta a rispondere, ridimensionando un po’ il peso del fattore “istruzione”: anche se tutto il rapporto è dedicato proprio alla mobilità educativa (sia come dati che come politiche auspicate), vi si spiega anche che ci sono altre motivazioni della persistenza del reddito e del benessere da una generazione all’altra.

A parità di istruzione il peso della famiglia di origine – fatto di status sociale, conoscenze, relazioni amicali – torna prepotente e si fa sentire di più in contesti più fermi, con maggiore disoccupazione, minore apertura. Tutto ciò può spiegare il più scioccante dei numeri che si possono scoprire navigando nei dati: quelli della diseguaglianza di opportunità.

Qui superiamo anche Gran Bretagna e Stati Uniti, e per trovare paesi più in alto dobbiamo confrontarci con il Brasile, il Sud Africa, la Bulgaria. In particolare, spiega Vito Peragine, abbiamo un livello molto alto di diseguaglianza “relativa” delle opportunità, ossia di quella parte delle diseguaglianze spiegato esclusivamente dalla propria origine, dalla lotteria della nascita. Numeri che ne introducono altri, stavolta più soggettivi: quelli sulla percezione della propria posizione e quella dei propri figli. Secondo una indagine citata dalla Banca mondiale, gli italiano sono al penultimo posto – seguiti solo dalla Slovenia in pessimismo – nella previsione “i bambini che nascono oggi staranno meglio di noi”: otto su dieci non la pensano così. Mentre quasi 4 su 10 ritengono comunque di stare meglio dei propri genitori.

 

13 Settembre 2018/0 Commenti/da Daniele Valle

NOVITA’ DAL BILANCIO REGIONALE 2018-2020

In Regione

Nelle sedute del Consiglio Regionale di martedì 27 e mercoledì 28 marzo, abbiamo votato il Bilancio di Previsione della Regione Piemonte relativo al triennio 2018-2020.

All’interno della legge ci sono alcuni interessanti stanziamenti che vorrei evidenziare.

POLITICHE SOCIALI

  • 22 mln di euro a favore di interventi per la disabilità;
  • 14 mln di  euro per interventi relativi agli anziani (di cui 5 mln di euro per i servizi domiciliari a favore di persone anziane non autosufficienti + 9 mln di euro per attività di sostegno alla rete dei servizi sociali dedicati a tali persone);
  • 55 mln di euro per interventi a favore di soggetti a rischio di esclusione sociale;ù
  • 1 mln di euro in fondi per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare (provenienti dalla legge sul “Dopo di noi”);
  • 961 mila di euro destinati ad interventi per le famiglie;
  • emendamento IRAP, ovvero l’azzeramento totale dell’aliquota IRAP per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) che si occupano esclusivamente di assistenza educativa sociale e sanitaria. Inoltre tale emendamento si prevede inoltre la riduzione dell’aliquota IRAP dal 3,9% al 2,9% per tutte le organizzazioni non lucrative di utilità sociale che non rientrano in quelle sopra richiamate e che non sono cooperative sociali (tali agevolazioni decorrono dal periodo di imposta 2019).

ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO

  • 10 mln di euro per i voucher e gli assegni per il diritto allo studio;
  • 8 mln di euro per il Piano annuale degli interventi in campo scolastico, finalizzati, in particolare, all’assistenza scolastica e alla prevenzione e recupero della dispersione scolastica;
  • 7 mln di euro per il funzionamento delle scuole paritarie;
  • 200mila euro  per finanziare la legge regionale sul cyberbullismo;
  • 100mila euro a sostegno della diffusione della Lingua dei Segni;
  • 26 mln di euro per la copertura totale di tutte le richieste di borse di studio.

CULTURA

  • 700 mila euro per il finanziamento della l.r. 58/1978 (contributi ad istituzioni o associazioni culturali del Piemonte per la realizzazione di iniziative);
  • 40mila euro per contributi ad enti e associazioni per la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale piemontese;
  • 200 mila euro per finanziamenti a enti, istituzioni, associazioni culturali).

MONTAGNA

  • 6,6 mln di euro sul Fondo per la montagna per continuare a salvaguardare il territorio montano e di valorizzarne le risorse umane e culturali;
  • 4,4 mln di euro per contributi per l’esercizio e la conservazione degli impianti di innevamento programmato e degli impianti trasferiti in proprietà agli enti locali;
  • 4 mln di euro  per interventi a favore della sicurezza sulle aree sciabili.
28 Marzo 2018/0 Commenti/da Daniele Valle

ARRIVANO I VOUCHER SCUOLA 2017/18

In Regione

Dettaglio di modalità di presentazione per:

Allegato A) Bando per l’assegnazione del  voucher “Iscrizione e frequenza”  a.s. 2017/2018

La domanda di contributo deve essere presentata utilizzando l’applicazione disponibile sul sito www.sistemapiemonte.it/assegnidistudio  dalle ore 10:00 del 14 dicembre 2017 alle ore 23:59 del 15 gennaio 2018.

Allegato B) Bando per l’assegnazione del voucher  “Libri di testo, materiale didattico e dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai piani dell’offerta formativa e trasporti” a.s. 2017/2018

La domanda di contributo deve essere presentata utilizzando l’applicazione disponibile sul sito www.sistemapiemonte.it/assegnidistudio  dalle ore 10:00 del 14 dicembre 2017 alle ore 23:59 del 15 gennaio 2018. 

Allegato C) Avviso per la presentazione delle domande del contributo previsto dall’art. 27 della L. 448/1998 relativo alla fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo  (a.s. 2017/2018)

Il contributo statale previsto dall’articolo 27 della l. 448/1998 relativo alla fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo per l’anno scolastico 2017/2018 è cumulabile con i voucher per il diritto allo studio previsti dalla stessa norma: in presenza dei requisiti di frequenza e di reddito previsti per il contributo statale, chi presenti domanda di assegnazione del voucher può quindi richiedere per lo stesso studente anche il contributo statale, utilizzando lo stesso “Modulo unificato di richiesta contributi per il diritto allo studio anno scolastico 2017/2018”.

La domanda di contributo deve essere presentata utilizzando l’applicazione disponibile sul sito www.sistemapiemonte.it/assegnidistudio  dalle ore 10:00 del 14 dicembre 2017 alle ore 23:59 del 15 gennaio 2018. 

19 Dicembre 2017/0 Commenti/da Daniele Valle

16 milioni per il Piemonte su piano Istruzione 0-6 anni

In Regione

Scuola; PD: “Assegnati alle Regioni 209 milioni per istruzione 0-6 anni, al Piemonte quasi 16 milioni

Comunicato stampa – TORINO, 3 NOVEMBRE 2017

È stato approvato il Piano pluriennale per l’istruzione dalla nascita sino ai 6 anni. Il piano rappresenta uno dei punti fondamentali della legge sulla Buona Scuola che, per la prima volta, ha creato un sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 anni, stanziando risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie e l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori.

“Con questo Piano – dichiara l’onorevole Umberto D’Ottavio, membro della Commissione istruzione della Camera dei deputati – viene offerto per la prima volta un programma vasto a sostegno dell’educazione dei bambini, sia in termini di istruzione, cura e qualità delle scuole.  Col piano triennale – prosegue – si vuole dare programmazione e certezza di risorse alla sfera educativa”.

Il Piano finanzierà interventi in materia di edilizia scolastica, sia con nuove costruzioni che con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza e risparmio energetico di stabili di proprietà delle amministrazioni locali. Le risorse serviranno anche per le spese dirette per l’istruzione 0-6 anni, con lo scopo di incrementare i servizi offerti alle famiglie oltre a ridurre i costi sostenuti.

“L’obiettivo – dichiara il presidente della Commissione istruzione della Regione Piemonte, Daniele Valle – è lavorare in sinergia con tutte le istituzioni coinvolte nel ciclo formativo, offrendo così alle famiglie strutture e servizi migliori”.
Il Piano nazionale prevede l’assegnazione alle Regioni di 209 milioni erogati direttamente dal Ministero dell’Istruzione, tra questi al Piemonte spetteranno 15,8 milioni. Per l’anno 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni calcolando la popolazione di età 0-6 anni, la percentuale di iscritti ai servizi educativi e una parte in proporzione alla popolazione di bambini non iscritti, in modo da garantire un accesso maggiore.
“Con il via libera al Piano – concludono D’Ottavio e Valle – si attua finalmente un sistema integrato con benefici diretti alle nuove generazioni e alle famiglie”.

3 Novembre 2017/0 Commenti/da Daniele Valle

Confermato alla Presidenza della Commissione Cultura

In Regione

Nella giornata di ieri, 17 gennaio, si sono svolte le sedute delle sei Commissioni permanenti dell’Assemblea legislativa della Regione Piemonte (QUI un resoconto) necessarie per il rinnovo, a metà Legislatura, dell’Ufficio di presidenza.

Come previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale, l’ufficio di ogni commissione è composto dal presidente e da  due vicepresidenti, di cui uno espressione delle opposizioni.

Sono stato confermato come Presidente della VI Commissione, le cui materie di competenza sono:

  • Cultura e spettacolo;
  • beni culturali;
  • musei e biblioteche;
  • istruzione ed edilizia scolastica;
  • università, ricerca;
  • politiche dei giovani;
  • sport e tempo libero;
  • cooperazione e solidarietà;
  • minoranze linguistiche.

Insieme a me continueranno a lavorare, in qualità di vicepresidenti, Paolo Allemano (Pd) e Francesca Frediani (M5S).

Tutte le informazioni relative alla VI Commissione sono disponibili QUI, sul sito della Regione Piemonte.

18 Gennaio 2017/0 Commenti/da Daniele Valle

LA SINDACA BOCCIA IL LINGUISTICO A RIVAROLO

Cosa Penso

COMUNICATO STAMPA

Torino, 27 dicembre 2016 – La Città Metropolitana di Torino, nella persona del vice Sindaco Marocco, ha annunciato ieri la bocciatura della richiesta di istituire un indirizzo di Liceo linguistico all’interno del Liceo Aldo Moro di Rivarolo Canavese.

“E’ stata persa una grande occasione per il territorio del canavese. – afferma l’Onorevole Francesca Bonomo – Come confermato dallo studio presentato dal dirigente scolastico dell’istituto Aldo Moro, il bacino potenziale di riferimento per questa offerta formativa è molto ampio ed è stato un vero peccato non tenere in considerazione questo elemento. L’amministrazione metropolitana ha inoltre gestito questa procedura, spiace dirlo, – prosegue Bonomo – in maniera poco trasparente, non riuscendo a coinvolgere con le adeguate tempistiche e modalità i sindaci interessati e le istituzioni scolastiche”.

“Prendiamo atto, non senza disappunto, della decisione della Città Metropolitana, – dichiara il Presidente della Commissione Istruzione della Regione Piemonte Daniele Valle – e accogliamo con soddisfazione l’impegno che l’assessora regionale all’Istruzione Gianna Pentenero si è assunta, con la delibera sul dimensionamento, di istituire un tavolo specifico sul tema che coinvolga anche gli enti locali, la Città Metropolitana stessa e le autonomie scolastiche, al fine di garantire una maggiore condivisione ed una migliore concertazione di decisioni delicate come questa”.

 

(QUI un articolo del Quotidiano del Canavese che spiega tutta la vicenda)

27 Dicembre 2016/0 Commenti/da Daniele Valle

VERSO IL 100% DELLE BORSE DI STUDIO

In Regione

La Giunta Regionale e la maggioranza hanno lavorato alacremente a questo obiettivo nelle ultime settimane ed oggi finalmente possiamo dirlo: anche quest’anno miriamo a soddisfare il 100% delle richieste di borse di studio da parte degli studenti!

Le richieste di borse di studio quest’anno sono aumentate rispetto a quello precedente e ciò è sicuramente un riconoscimento di merito e qualità nei confronti delle Università Piemontesi, ma è anche fortemente legato al fatto che, lo scorso anno, siamo riusciti dopo molto tempo ad assicurare una copertura totale delle domande.

Il nostro impegno in questo senso non è mai cessato nè diminuito, ci siamo infatti adoperati per reperire nuove risorse e grazie all’inserimento, in assestamento di bilancio, di 4.550.000 €, contiamo di riuscire anche per l’anno 2016/17 a garantire una copertura totale delle richieste di borsa di studio.

Studiare in Piemonte è oggi un diritto garantito a tutti coloro che hanno scelto la nostra Regione, ed è premura di questa amministrazione regionale far sì che possa continuare ad essere così per il più a lungo possibile.

7 Novembre 2016/0 Commenti/da Daniele Valle
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