Daniele Valle
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Tag Archivio per: salute

IL MIO 2020 IN CONSIGLIO REGIONALE

In Regione

Il secondo anno di questa legislatura è trascorso, in una condizione che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare.

Durante tutta la pandemia da Covid19 come membro dell’opposizione in Consiglio Regionale non ho mai smesso di impegnarmi per segnalare problemi, seguire richieste delle persone e fare proposte alla Giunta (che comunque rimaneva la vera titolare in materia di decisioni politiche).

Sono stato presente al 96% delle sedute di attività del Consiglio Regionale.

Ci tengo quindi a condividere con voi il mio lavoro attraverso alcune cifre di sintesi.

4 PROPOSTE DI LEGGE presentate

Ho presentato 4 proposte di legge che sono quindi partite per il lungo iter di approvazione e spero possano vedere la luce entro questa legislatura, perchè si tratta di materie a cui tengo molto.

Cliccando su Progetti di Legge troverete la scheda specifica con il testo di ogni proposta e lo stato dell’iter di approvazione, così potrete seguirle insieme a me:

http://www.cr.piemonte.it/aconsfo/?codConsigliere=10169&numLegislatura=11

  • Proposta di legge regionale numero 72

Piscine naturali. Modifiche alla l.r. 2/2009 “Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell’attività di volo in zone di montagna”

  • Proposta di legge regionale numero 73

Recupero delle spese sostenute dai servizi sanitari nei confronti dei terzi civilmente responsabili

  • Proposta di legge regionale numero 74

Norme urbanistiche e ambientali per il contenimento del consumo di suolo

  • Proposta di legge regionale numero 100

Disposizioni in materia di cooperative di comunità

11 MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO DEPOSITATI

Le mozioni e gli ordini del giorno sono atti di indirizzo che vengono esposti e votati in sede di Consiglio Regionale e indirizzano la Regione a prendere posizioni o iniziative rispetto a questioni specifiche.

CLICCANDO QUI

http://www.cr.piemonte.it/aconsfo/?codConsigliere=10169&numLegislatura=11

trovate l’elenco di questi atti che ho presentato; ce ne sono sulle più disparate materie ma purtroppo non tutti sono ancora stati calendarizzati dal Presidente del Consiglio Regionale e quindi risultano ancora non discussi.

55 INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE E QUESTION TIME DISCUSSI

Le interrogazioni, le interpellanze e i question time sono atti ispettivi, che servono ai consiglieri per interrogare direttamente l’assessore competente o il Presidente della Regione sullo stato di una certa questione o sull’intenzione rispetto alla risoluzione di una certa problematica.

Sono atti più veloci e diretti, infatti ne ho presentati molti, ma purtroppo non sempre ho ricevuto risposte soddisfacenti da parte della Giunta.

Ad ogni modo CLICCANDO QUI potete leggerli e troverete anche le eventuali risposte che la Giunta mi ha dato:

http://www.cr.piemonte.it/aconsfo/?codConsigliere=10169&numLegislatura=11

Grazie a tutte le persone che con il loro contributo di idee, proposte e bisogni hanno costruito insieme a me quest’anno di attività.

RESTIAMO UNITI, RESTIAMO CONNESSI.

Un abbraccio e buon 2021 a noi,

Daniele Valle

5 Gennaio 2021

DICEMBRE 2020: IL PIEMONTE SBAGLIA COMPLETAMENTE I DATI DEI TAMPONI COVID19

Blog, Cosa Penso, In Regione

Fra il 18 e il 19 dicembre 2020 la Regione Piemonte ha fortemente modificato i suoi dati sulla pandemia da Covid19. Perché? Dov’è stato l’errore?

Continua a leggere
21 Dicembre 2020

BANDO CORSI DI RIANIMAZIONE E UTILIZZO DEFIBRILLATORI

In Regione

Determina dirigenziale  15 novembre 2017, n. 721

Bando per la partecipazione alla procedura di accreditamento dei Centri di formazione abilitati allo svolgimento dei “Corsi di rianimazione cardiopolmonare adulto e pediatrico e utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno” e abilitati al rilascio dell’ autorizzazione all’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni (AED) in ambiente extra ospedaliero

Possono presentare domanda di accreditamento i seguenti i soggetti:

  • Strutture del SSR,
  • Università
  • Ordini professionali sanitari
  • Organizzazioni medico scientifiche di rilevanza nazionale
  • Croce rossa italiana
  • Associazioni di volontariato nazionali e regionali operanti in ambito sanitario
  • Enti pubblici che hanno come fine istituzionale la sicurezza del cittadino
  • Altri soggetti pubblici e privati operanti in ambito sanitario nel cui atto costitutivo o atto istitutivo o statuto siano espressamente previste finalità formative

La procedura di richiesta di Accreditamento si articola nelle seguenti fasi: il richiedente si collega al Portale della formazione, già operativo, della Regione Piemonte (www.ecmpiemonte.it) nella sezione FORMAZIONE AED al link ACCREDITAMENTO ENTE FORMATORE e compila la richiesta on- line; il richiedente invia la domanda generata dalla registrazione on-line, , a mezzo PEC al seguente indirizzo:

sanita@cert.regione.piemonte.it

La compilazione on-line e l’invio della documentazione dovranno avvenire entro e non oltre il trentesimo giorno successivo alla pubblicazione del presente avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. Qualora detto giorno sia festivo, il termine è prorogato al primo giorno successivo non festivo, quindi al 27/12/2017.

http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/47/siste/00000043.htm

27 Novembre 2017

Rimozione delle slot: la vicenda in pillole – AGGIORNAMENTO

In Regione

Con la legge 9/2016 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” la Regione Piemonte si è dotata di diversi strumenti per combattere la piaga del gioco d’azzardo e le sue devastanti conseguenze sociali e sanitarie. Strumenti sanitari e di rete, dispositivi per gli amministratori locali per intervenire sugli orari, distanze da rispettare, interventi di formazione e promozione.

In particolare, lunedì 20 novembre è scaduto il termine di 18 mesi che era stato concesso ai gestori di bar e tabaccherie per rimuovere le macchinette, qualora si trovassero a “ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da:

  • a) istituti scolastici di ogni ordine e grado;
  • b) centri di formazione per giovani e adulti;
  • c) luoghi di culto;
  • d) impianti sportivi;
  • e) ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario;
  • f) strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori;
  • g) istituti di credito e sportelli bancomat;
  • h) esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati;
  • i) movicentro e stazioni ferroviarie”.

Ai gestori di sale gioco e scommesse è stato fissato un termine più lungo per adeguarsi: questo perché per loro si tratta di una attività esclusiva, rispetto alla quale non resta che spostarsi o chiudere. Un bar o un tabaccaio si presume abbiano la loro principale fonte di reddito nell’attività principale.

La legge è il frutto di un percorso di unificazione, fatto dal consiglio regionale tra il DDL 126 della Giunta Regionale, il PDL 112 a prima firma Vignale (centrodestra) e il PDL 158 dei comuni di Chivasso, Settimo, Caluso, Ivrea, tutti presentati nel 2015. Tutti i progetti di legge prevedevano distanze minime da rispettare dai luoghi sensibili e un tempo, inferiore rispetto al testo approvato, per adeguarsi.

Il testo finale è stato approvato dal consiglio all’unanimità.

A settembre si è invece finalmente stipulato un accordo Stato – Regioni – Anci che porta a una progressiva riduzione delle slot presenti sul territorio, stimata del 35%. Tuttavia l’accordo, proprio per la tenace presa di posizione delle regioni, ha fatto salve le normative più restrittive eventualmente previste dalle Regioni. La norma piemontese infatti dovrebbe portare alla chiusura del 70% dei punti giochi.

Detto tutto questo, dov’è il problema? Da dove nasce la querelle di questi giorni?

Il governo, nella persona del sottosegretario Baretta ha espresso preoccupazione per la riduzione del gettito fiscale, chiedendo una proroga all’entrata in vigore della norma (qui un’intervista con la sua posizione). Problema vero, sollevato male . La competenza in materia sanitaria delle Regioni è granitica, così come i costi, a carico delle Regioni stesse, della presa in carico delle persone che cadono in questa dipendenza. Non è un nuovo proibizionismo, ma la presa d’atto di una evidenza: in materia di gioco d’azzardo è l’offerta che genera la domanda e non viceversa. Inoltre, non è certo una proroga a risolvere eventuali problemi… la logica delle proroghe distrugge alla base la fiducia e l’affidamento nell’ordinamento giuridico da parte del cittadino.

Il presidente Chiamparino ha trasmesso formalmente le preoccupazioni del governo al Consiglio Regionale, dove tutti i gruppi, ancora all’unanimità, hanno ribadito contrarietà a ogni intervento dilatorio, prendendo anche atto che, dal punto di vista procedurale, non ci sarebbero mai stati i tempi necessari per modificare la legge.

Ci sono altre questioni che si pongono, serie, che si possono affrontare con calma: definire le norme tecniche per misurare le distanze, effettuare una mappatura efficace del territorio, come tutelare colui che rispetta le distanze e “subisce” l’arrivo di una nuova struttura sensibile nel raggio di tutela, come organizzare la dismissione degli apparecchi. A mio giudizio sono interventi amministrativi, tuttavia penso che il consiglio avrebbe la capacità e la responsabilità di farsi carico anche di eventuali correttivi legislativi. Nel rispetto degli obiettivi che ci siamo dati: combattere la piaga del gioco d’azzardo nella maniera più netta e chiara possibile.

Nel corso del Consiglio Regionale di martedì 21 novembre,  la maggioranza ha proposto un atto di indirizzo in cui ha ribadito la propria posizione di supporto alla Giunta nell’attuazione della legge, rivendicando con orgoglio una scelta che colloca il Piemonte all’avanguardia nella lotta a questa grave patologia. 

20 Novembre 2017

ARRIVA LA NUOVA TAC ALL’OSPEDALE DI LANZO

In Regione

COMUNICATO STAMPA

Torino, 17/10/2017

“E’ con grande soddisfazione che accogliamo la notizia dell’arrivo della nuova TAC presso l’Ospedale di Lanzo, l’inaugurazione di domani segna una bella vittoria per il nostro territorio e per tutti i suoi abitanti, grazie anche all’impegno costante del Comitato difesa Ospedale Lanzo“, afferma l’Onorevole Francesca Bonomo (PD) alla vigilia dell’evento organizzato dall’ASL To 4 per domattina, alle ore 11.30, presso la struttura ospedaliera di Via Marchesi della Rocca 30, Lanzo.

“La richiesta di ottenere questo importante strumento medico è più volte emersa nell’ambito dei tavoli da me organizzati in collaborazione con l’Onorevole Bonomo, i rappresentanti locali, le strutture coinvolte e l’assessorato regionale. L’Assessore Saitta ha quindi tenuto fede agli impegni presi con il territorio, consentendo di far arrivare proprio a Lanzo questa apparecchiatura cruciale per garantire alla comunità un servizio ospedaliero di adeguate qualità ed efficienza“, sottolinea il consigliere regionale Daniele Valle (PD).

 

Allego inoltre il comunicato stampa del Comitato difesa Ospedale Lanzo, del 25/09/2017, sulla vicenda:

“Era ora, da tempo il territorio aspettava questa notizia. LA PROSSIMA SETTIMANA verrà inaugurata e messa in funzione LA NUOVA TAC PRESSO L’OSPEDALE DI LANZO.
E’ con estrema soddisfazione che apprendiamo questa notizia che conferma la volontà di mantenere operativa la struttura che, negli anni passati, è stata a rischio di chiusura.
Il Comitato insieme ai sindaci del territorio AVEVA DA TEMPO richiesto che tale apparecchiatura, che è ormai indispensabile per veloci e corrette diagnosi, ritornasse sul territorio e alcune aperture in tal senso erano state fatte dal Dott. Ardissone, attuale direttore dell’ASL TO4.
Dopo lo smantellamento della precedente TAC, avvenuta diversi anni fa, l’eliminazione del Pronto soccorso notturno, la chiusura del reparto di Riabilitazione Cardiopolmonare, lo spostamento della maggior parte delle attività Onco-ematologiche a Ciriè, finalmente qualcosa di concreto ritorna a Lanzo.
Alcuni passi avanti si erano già fatti con l’apertura dell’apprezzato centro di cura per Disturbi alimentari, ma sicuramente questo non aveva controbilanciato quanto si era perso.
L’installazione della nuova TAC riapre invece interessanti prospettive sul pieno utilizzo dell’Ospedale di Lanzo NELLA LINEA DI QUANTO DA SEMPRE il Comitato chiede venga fatto.
In attesa di conoscere le modalità di utilizzo della preziosa macchina, ringraziamo i vertici dell’ASL e l’Assessore Regionale alla sanità rimanendo attenti a quanto accade intorno e dentro all’Ospedale.”

Pubblicato da Comitato difesa Ospedale Lanzo 
17 Ottobre 2017

SOSPENDIAMO IL CETA, PROTEGGIAMO IL MADE IN ITALY

In Regione

Il 15 febbraio 2017 il Parlamento Europeo ha votato a favore del Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) che, per i meno esperti di commercio internazionale, rappresenta un accordo economico e commerciale di portata globale fra due partner: da un lato l’Unione Europea stessa e dall’altro il Canada. Il trattato, firmato il 30 ottobre 2016, ha diversi obiettivi:

  • liberalizzazione degli scambi, con uguale trattamento delle merci da entrambe le parti;
  • progressiva riduzione reciproca dei dazi sulle merci;
  • abbattimento di divieti e restrizioni alle importazioni ed esportazioni di merci provenienti dall’altra parte.

In linea ideale questo accordo può, giustamente, sembrare un interessante patto fra “gentiluomini” e una buona opportunità per agevolare gli scambi abbattendo le barriere.

In realtà sono molti i punti che destano non poche perplessità perchè si sa che, se cambiamento significa rinuncia ad ogni forma di tutela, quelle che potrebbero essere opportunità diventano boomerang.

In questo senso, come gruppo del Partito Democratico abbiamo presentato ieri in Consiglio Regionale del Piemonte un ordine del giorno (che purtroppo non siamo ancora riusciti a discutere), con primo firmatario il nostro capogruppo e Segretario Regionale, per segnalare cosa non ci piace di questo accordo e perchè queste condizioni non sono per l’Italia accettabili. Ecco le motivazioni che ci spingono a chiedere una sospensione della ratifica del trattato:

  • il CETA introduce sostanzialmente un meccanismo di deregolamentazione degli scambi e degli investimenti che non giova alla causa del libero commercio e pregiudica in modo significativo la competitività e l’identità del sistema agroalimentare nazionale;
  • i vantaggi in termini di crescita degli scambi e dell’occupazione risultano dubbi e comunque non tali da giustificare i rischi insiti nell’Accordo stesso;
  • manca il riferimento alla portata vincolante del principio di precauzione, che, in Europa, impone una condotta cautelativa nelle decisioni che riguardano questioni scientificamente controverse circa i possibili impatti sulla salute o sull’ambiente;
  • non vi è alcuna clausola che comprenda il tema dei diritti dei lavoratori;
  • con riguardo al settore agricolo, il Canada eliminerà i dazi per il 90% dei prodotti agricoli al momento dell’entrata in vigore dell’accordo e per il 91,7% dopo una transizione di sette anni. L’Unione europea eliminerà il 92,2% dei dazi agricoli all’entrata in vigore dell’accordo ed il 93,8% dopo sette anni. I vantaggi derivanti dall’Accordo sono solo apparenti, considerando, ad esempio, che l’Italia importa dal Canada 1,2 milioni di tonnellate di grano duro ed esporta in Canada circa 23.000 tonnellate di pasta soltanto, vale a dire circa l’1,4% delle esportazioni mondiali di pasta che ammontano ad oltre 1 milione e seicentomila tonnellate l’anno;
  • garantisce solo scarsi standard qualitativi e di sicurezza, in ragione della mancanza di un sistema di regole che tuteli i consumatori e assicuri evidenza e trasparenza sull’origine delle materie prime;
  • semplifica e vanifica il complesso sistema di regole di produzione, di protezione della qualità e dell’ambiente vigente a livello comunitario e nazionale, rispondendo all’unico criterio della facilitazione commerciale ed affidando valutazioni e giudizi di conformità e responsabilità, in modo permanente, a più di una decina di Commissioni apposite create dal Trattato e sottratte allo scrutinio giurisdizionale, tecnico e parlamentare, sia di livello comunitario che nazionale;
  • sul fronte dell’export agroalimentare, all’Italia sono riconosciute appena 41 indicazioni geografiche a fronte di 291 Dop e Igp registrate; con la conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 250 ed impatti gravissimi sul piano della perdita della qualità del nostro made in Italy;
  • la tutela delle indicazioni geografiche riconosciute non impedirà l’utilizzo in Canada di indicazioni analoghe per coloro che abbiano già registrato o usato commercialmente tale indicazione (sono compresi nell’eccezione formaggi, carni fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza, si potrà continuare a vendere “prosciutto di Parma” canadese, in coesistenza con quello DOP italiano;
  • al contempo, il CETA consentirà le “volgarizzazioni” legate ai nomi dei prodotti tipici dell’italian sounding (ad esempio, il Parmesan) e la convivenza sul mercato con le denominazioni autentiche dei nostri prodotti;
  • introduce, infine, l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie, che consentirà di ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto e che, quindi, permetterà ai prodotti canadesi di non sottostare a nuovi controlli nei Paesi in cui verranno venduti, dimostrandone semplicemente  l’equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte. Tale meccanismo è estremamente rischioso per la salute dei consumatori, considerando che, ad oggi, in Canada sono impiegate molte sostanze vietate nell’Unione europea, tra cui, a mero titolo di esempio, il glifosato in fase di pre-raccolta del grano. Inoltre, in Canada vi è un diffuso impiego di ormoni negli allevamenti, non consentito in Italia.

Dal momento che riteniamo la tutela del consumatore, della qualità e dell’ambiente pilastri fondamentali e irrinunciabili della politica economica del nostro paese, sarebbe saggio fermarsi, finchè si è in tempo e ridiscutere le condizioni di questo Accordo. Prima che sia troppo tardi per noi, per i nostri prodotti e per i nostri cittadini.

5 Luglio 2017

Nelle scuole si insegnerà come rianimare un bambino: approvata la legge regionale

In Regione

Condivido questo articolo de La Stampa Torino, di Alessandro Mondo, riguardo la nuova legge regionale sul Primo soccorso pediatrico (qui trovate la versione originale dell’articolo).

 

Previsti corsi di formazione anche per utilizzare correttamente i defibrillatori: agli istituti più virtuosi maggiori contributi

Una risposta concreta a un fenomeno di cui si parla sempre troppo poco. Secondo l’Istat, in Italia ogni anno almeno 50 bambini, circa uno ogni settimana, muoiono per incidenti evitabili, come il soffocamento causato da un boccone. L’altro fronte è quello della rianimazione cardiopolmonare, con riferimento al corretto utilizzo dei defibrillatori automatici (un tema, quest’ultimo, che da anni vede l’impegno concreto della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi). In entrambi i casi, il comune denominatore è la formazione, che fa rima con prevenzione.

PREVENZIONE

Proprio nell’ottica della prevenzione di questi tragici incidenti, e naturalmente di un soccorso che deve essere immediato, oggi la quarta commissione del Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità la nuova legge «Disposizioni in materia di disostruzione pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare». Obiettivo: formare e informare la cittadinanza sulle tecniche salvavita attraverso corsi rivolti alle famiglie e soprattutto alle scuole: di ogni ordine e grado, pubbliche e private. Il testo unifica due proposte di legge presentate da Daniele Valle (Pd) e Daniela Ruffino (Forza Italia). Favorevole l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, che peraltro ha sottolineato come alcune norme già prevedano corsi per il primo soccorso.

LA FORMAZIONE

La nuova legge interviene sull’impianto normativo di una serie di leggi regionali – legge istitutiva dei servizi consultoriali, legge quadro sui servizi sociali, istruzione e diritto allo studio – per introdurre percorsi informativi e formativi sul tema, questi ultimi svolti dai centri di formazione abilitati a rilasciare l’autorizzazione per l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici esterni in ambiente extra ospedaliero accreditati dalla Regione. «In particolare – spiega Valle primo firmatario della legge – ci attiveremo perché in ambito scolastico sia previsto un criterio di premialità nell’erogazione dei contributi a quegli istituti che attiveranno corsi rivolti al personale docente e non, alle famiglie e agli studenti». E ancora: «Il nostro scopo è diffondere la cultura dell’attenzione e della prevenzione in tema di salute anche al di fuori di contesti sanitari, creando una rete virtuosa di soggetti in grado di intervenire tempestivamente e in maniera corretta. Un un percorso già sperimentato in Lombardia e in Veneto».

I FONDI

La legge prevede un finanziamento di 100 mila euro per il primo anno, a valere sulle risorse del bilancio pluriennale 2015-2017: di cui 75 mila per la formazione e 25 mila per campagne di carattere informativo. Favorevoli, con riserva, i Cinquestelle. «La norma finanziaria prevede in tutto soltanto 100mila euro – spiega la consigliera Stefania Batzella -: e non è detto che questa cifra sarà confermata negli anni futuri».

10 Aprile 2017
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